Joel ha le idee molto chiare sul suono da dare al disco e di quanto sia importante registrare una sezione ritmica solida, con una cassa potente, profonda. “Ho imparato questo trucco da Buddy Miller e sei fortunato Andrea, nel tuo disco suonerà uno dei migliori batteristi di Austin. È una forza della natura e ha una grande strada davanti”. Joel parla di Brannen Temple, batterista afroamericano di estrazione jazz che vanta già esperienze con Eric Burdon, Robben Ford, Ruthie Foster e Alejandro Escovedo. In studio è un treno e affiancato da David Carroll al basso in pochissimo tempo mette in piedi quella straordinaria impalcatura che Joel ha in mente per le canzoni. E Joel ha assolutamente ragione su Brannen, che lo scorso anno si è aggiudicato 2 grammy awards, è uno dei musicisti più richiesti di Austin.
Brannen Temple suona la batteria su tutte le canzoni del disco, al basso c’è quasi sempre David Carroll, fatta eccezione per due brani dove suonano Angie (Se vedessi la baia ora) e Glenn Fukunaga (Where the wild horses run), altro musicista leggendario che ho ammirato tante volte dal vivo e sui dischi dei miei songwriters preferiti (Joe Ely, Terry Allen, Flatlanders, Tom Russell, Eliza Gylkison, Dixie Chicks, Kevin Welch, Robert Plant, Bob Dylan e moltissimi altri). Il primo strumento che Glenn Fukunaga impara a suonare a 11 anni alle Hawaii dove è nato, è l’ukulele, poco dopo padroneggia anche il piano, la chitarra, il sax e ovviamente il basso, che diventerà lo strumento che lo farà conoscere in tutto il mondo.