La realizzazione di Zabala: Episodio 4 - David Grissom

Basterebbe il monumentale assolo di chitarra elettrica su Letter to L.A. di Joe Ely per parlare di David Grissom. Sia nel disco Lord of the Highway ma ancor di più nel live viscerale al Liberty Lunch. David Grissom è uno dei più grandi chitarristi al mondo, capace di far decollare canzoni e dischi con poche note e con un suono, suo, indelebile. Questo è successo nei dischi di Joe Ely, James McMurtry e John Cougar Mellencamp, che con Grissom nella band ha scritto le pagine più rock della sua carriera tra cui Human Wheels

Nel corso degli anni Grissom ha suonato con dozzine di grandi personaggi, Buddy Guy, Dixie Chicks, John MayallRobben FordAllman Brothers BandRingo Starr, Chris Isaak, Bob Dylan, formando anche il supergruppo Storyville, con la sezione ritmica di Stevie Ray Vaughan.

Una decina di anni fa stavo organizzando un tour italiano di Joe Ely, full band. Il mio amico Mario di Vicenza che nella vita fa il notaio, ma che per passione organizza concerti mi chiama al telefono. “Dovresti chiedere a Joe di portare David Grissom alla chitarra”.
“Mario, non funziona così, Grissom non suona più nella band di Joe Ely da tanti anni, è Joe che sceglie i suoi musicisti. C’è Robbie Gjersoe alla chitarra.”
“Tu provaci, dai! Falli venire tutti e due”.

Mario aveva ragione, bisogna fare sempre sogni grandi, che poi qualche volta si avverano. Fu un tour epico con due aneddoti che voglio ricordare, oltre a tutto quello che ogni notte succedeva sul palco. Dopo la prima data di Como il furgone andò letteralmente a fuoco e ricordo David sfidare le fiamme per salvare gli strumenti. Altrettanto surreale fu l’ultima tappa del tour a Livorno con Joe Ely che decise di aprire con una sciabolata una bottiglia di Barolo degli anni 60 che girava da qualche giorno nel furgone, dono speciale di un fan.

Così ho voluto fare grandi sogni ancora una volta e quello che porta David Grissom al mio disco è pazzesco. Il disco si apre con la sua chitarra elettrica su Buon Anno Fratello. Poi ha fatto diventare Elijaah quando parla la canzone più potente dell’intero cd e infine fa volare i cavalli di Where the Wild Horses Run correndo insieme alla fisarmonica di Guzman. Questa è l’unica canzone in inglese del disco e sarà cantata da 5 ospiti davvero speciali. Presto vi svelerò chi sono. Quando sarà finita la pandemia, se capitate a Austin Texas, non lasciatevi scappare i suoi concerti al Saxon Pub che sono stati immortalati in un bellissimo disco uscito da poco: Trio Live 2020.

La realizzazione di Zabala: Episodio 3 - La sezione ritmica

Joel ha le idee molto chiare sul suono da dare al disco e di quanto sia importante registrare una sezione ritmica solida, con una cassa potente, profonda. “Ho imparato questo trucco da Buddy Miller e sei fortunato Andrea, nel tuo disco suonerà uno dei migliori batteristi di Austin. È una forza della natura e ha una grande strada davanti”. Joel parla di Brannen Temple, batterista afroamericano di estrazione jazz che vanta già esperienze con Eric Burdon, Robben Ford, Ruthie Foster e Alejandro Escovedo. In studio è un treno e affiancato da David Carroll al basso in pochissimo tempo mette in piedi quella straordinaria impalcatura che Joel ha in mente per le canzoni. E Joel ha assolutamente ragione su Brannen, che lo scorso anno si è aggiudicato 2 grammy awards, è uno dei musicisti più richiesti di Austin.

Brannen Temple suona la batteria su tutte le canzoni del disco, al basso c’è quasi sempre David Carroll, fatta eccezione per due brani dove suonano Angie (Se vedessi la baia ora) e Glenn Fukunaga (Where the wild horses run), altro musicista leggendario che ho ammirato tante volte dal vivo e sui dischi dei miei songwriters preferiti (Joe Ely, Terry Allen, Flatlanders, Tom Russell, Eliza Gylkison, Dixie Chicks, Kevin Welch, Robert Plant, Bob Dylan e moltissimi altri). Il primo strumento che Glenn Fukunaga impara a suonare a 11 anni alle Hawaii dove è nato, è l’ukulele, poco dopo padroneggia anche il piano, la chitarra, il sax e ovviamente il basso, che diventerà lo strumento che lo farà conoscere in tutto il mondo.

La realizzazione di Zabala: Episodio 2 - Joel Guzman

Proseguiamo il viaggio alla scoperta dei musicisti che hanno suonato sul mio disco e oggi parliamo del leggendario Joel Guzman. Due note della sua fisarmonica, o squeze-box come lo chiamano da quelle parti, e sei subito in Messico. Joel Guzman e Flaco Jimenez hanno marchiato dischi capolavoro con i loro strumenti. 

Dopo aver registrato le basi chitarra e voce di una dozzina di canzoni a Genzano, realizzo il sogno di volare a Austin per registrarle con Joel che all’epoca suonava con Paul Simon, Buddy Miller e Ricky Lee Jones. 

Joel ha iniziato a suonare da bambino, girando l’America con la band conjunto di suo padre e suonando il pianoforte per Chuck Berry in giovanissima età. Probabilmente in questo momento è il miglior fisarmonicista al mondo nel suo genere e ha vinto diversi grammy per gli album Los Super Seven del 1998 e Polkas, Gritosy Acordeones del 2004, più un altro per la colonna sonora del 2010 di Crazy Heart, film nel quale ha anche recitato. 

La prima volta che ho visto Joel suonava con Joe Ely. I loro concerti in duo avevano una potenza e un tiro incredibili. Ho portato Joe e Joel diverse volte in tour in Italia, con loro è nata un’amicizia e un ho un ricordo bellissimo di quando siamo andati insieme a Castelfidardo, il paese delle fisarmoniche. All’epoca Joel suonava una meravigliosa fisarmonica Baffetti e così andammo a visitare la fabbrica della famiglia che le costruiva. Fu una accoglienza commovente, era come se avessi portato Bruce Springsteen ed era un’ammirazione reciproca. Un incontro indimenticabile reso ancora più speciale dalla bellezza delle colline marchigiane intorno a noi, coperte da girasoli in fiore, viti, ulivi sotto un cielo blu splendente. Ogni volta che andavo a Austin organizzavo una cena a casa dei Guzman. Fare la spesa e trovare gli ingredienti all’altezza era una lotteria, ma poi in qualche modo me la cavavo sempre rinforzando il sugo con capperi, acciughe e peperoncino. Mi ricordo un anno della pasta Parilla all’arrabbiata e di un vino toscano (?) chiamato Bastardo che scatenò i migliori gritos di sempre! 

La realizzazione di Zabala: Episodio 1 - Alex Valle

Voglio iniziare a raccontarvi qualcosa di questo nuovo disco. Le registrazioni sono cominciate a Austin in Texas diversi anni fa, ma in realtà erano iniziate ancora prima, a Genzano sui Castelli Romani.

Oggi vi presento il primo grande ospite del disco: Alex Valle, che molti di voi conosceranno come polistrumentista di Francesco De Gregori.

L’amicizia con Alex è nata dopo un concerto di De Gregori che organizzai a Seveso, nei primi anni 2000. Poche settimane dopo cominciammo a frequentarci e a suonare insieme.

Conservo ricordi bellissimi di un’estate in cui Alex finiva di suonare in prestigiose arene con De Gregori e montava sulla sua moto con dobro e mandolino in spalla attraversando mezza Italia per raggiungermi. Io suonavo in piccoli club, in spiaggia, a volte in situazioni estreme. Ma Alex appena poteva arrivava, perfino in cima al borgo di Rotondella in Basilicata!

Erano anni ruggenti di chilometri e chilometri e di birre e birre a fine concerto. E in quegli anni i chilometri si moltiplicavano perché facevo anche da roadie a tutti i songwriters americani che portavo in tour. Uno dei miei preferiti era sicuramente Greg Trooper. Sia come artista, ma soprattutto come persona. Era uno spasso andare in tour con lui. Trooper lo vidi per la prima volta in Italia a metà anni 90, quando lo portò Carlini. Qualche anno dopo mi cercò e mi diede appuntamento a Coney Island per organizzare il suo grande ritorno in Italia. La mia vita stava cambiando, stavo diventando papà e così ad un certo punto passai il testimone ad Alex che divenne il chitarrista di Greg, il suo roadie, il suo grande amico. E questo è successo anche con James Maddock e con altri cantautori americani.

Alex Valle, così come Paolo Ercoli e Max Malavasi, è stato un collaboratore prezioso in questi anni, oltre che un musicista straordinario. Uno di quelli, come direbbe il mio amico Malcolm Holcombe, per cui varrebbe la pena prendersi una pallottola nella schiena. Alex è un duro, un personaggio che sembra uscito da un film, ma è anche una persona di una sensibilità unica che lavora la terra, produce il suo vino e il suo olio ed è in grado di organizzare una cacio e pepe commovente nel cuore della notte. Alex si faceva i chilometri per arrivare quassù, a volte in moto, a volte con la sua vecchia Fiesta ma aveva sempre la sua cameretta personale a casa di mia mamma. Così come io avevo la mia a Genzano a casa della sua, nella via centrale del paese che a giugno si prepara all’infiorata. E sotto casa di Alex c’è la Trattoria dei Cacciatori e davanti alle leggendarie pappardelle alla lepre sono nate le prime idee di arrangiamento di questo disco.

Molte delle chitarre acustiche sono rimaste quelle di Genzano e in questi giorni Alex ha aggiunto la sua pedal steel su “E’ solo un Fiore”, che si incastra alla perfezione con la chitrarra elettrica di David Immerglück, col pianoforte di Radoslav Lorkovic e soprattutto con gli archi di Tim Lorsch. Ma di loro vi parlerò nelle prossime puntate…


Andrea Parodi Zabala Live


Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31

Siti Consigliati

 

 


 

Social Network